Attenzione! Contiene spoilers.
Dopo il successo dell’adattamento televisivo della novella “Tipping the velvet” di Sarah Waters, la BBC nel 2005 ci riprova con il romanzo “Fingersmith” (slang inglese per “borseggiatrice”). Una mini-serie di tre puntate (riadattate per la versione dvd in due parti), dove attraverso gli occhi delle due protagoniste, Sue e Maud, ci viene narrata la storia di un doppio inganno, ricca di colpi di scena e una splendida storia d’amore.
Perfettamente a suo agio nei panni della fredda e determinata Maud, è Elaine Cassidy. Romantica e libera è la Sue di una magistrale Sally Hawkins, citata da fonti accreditate come la migliore interprete di questa pellicola. Non possiamo ignorare la lunatica matriarca che intesse i fili di questa superba storia: Mrs. Sucksby interpretata da Imelda Staunton (pluripremiata attrice teatrale in Gran Bretagna e famosa per il ruolo di Dolores Umbridge nella saga di Harry Potter ).
La trama, mai banale, intreccia la vita delle due protagoniste sin dalla loro nascita. Tanto diverse ma unite da un destino beffardo che ribalta la fortuna delle due neonate, ne ristabilisce i ruoli e infine pareggia i conti della loro vita con l’amore, nella speranza che quel lieto fine sia per sempre.
Ecco la storia ideale che tutte vorremmo vedere. Una storia che si aggiudica voti positivi sotto ogni aspetto, perché è davvero capace di farci sognare. Merito della storia di Sara Waters, del superbo cast e della produzione, questo film troverà senz’altro un posto d’onore nella vostra videoteca personale.
La storia inizia con il punto di vista di Sue: la sua visione della realtà, delle emozioni proprie e percepite negli altri personaggi. Sue (Susan Trinder) cresce in Lant Street, un malfamato quartiere di Londra dove la giovane borseggiatrice, ha dovuto imparare ben presto che per vivere sono necessari dei compromessi e solo il più forte e furbo riesce a rimanere a galla.
Orfana dalla nascita, la ragazza viene allevata da Mrs. Sucksby, bambinaia e capofamiglia di una sgangherata banda di ladri e truffatori che l’ha accudita (e sfruttata) amorevolmente.
Nemmeno l’altra protagonista gode di un’infanzia felice: Maud Lilly nasce in manicomio da una ricca ma sfortunata nobildonna, abbandonata dal suo amante e perseguitata dal padre e dal fratello. Rimasta orfana a poche ore dalla nascita, trascorreranno diversi anni prima che il perfido zio accetti di prenderla con sé. Non per riconoscerle il posto che le spetta nella famiglia, ma per relegarla nel ruolo di segretaria personale. Mr. Lilly non è uno studioso comune ma un esperto intenditore di libri erotici a cui ha dedicato tutta la sua vita.
Ben presto il carattere altero di Maud viene domato, quasi soffocato dall’austerità dello zio e dalla monotonia. Silenzio, disciplina e libri segreti. Nessun lusso, né divertimenti le sono concessi nella tenuta di famiglia, Briar. La ragazza è obbligata a portare i guanti giorno e notte per non rovinare le pagine dei preziosissimi libri che deve ricopiare, catalogare e leggere talvolta alla presenza di ospiti, nella biblioteca privata dello zio.
E’ a una di queste letture, anni dopo, che la giovane bibliotecaria s’imbatte per la prima volta nel giovane Richard Rivers. Un pittore londinese che dovrà realizzare delle illustrazioni per conto di suo zio dandole nel frattempo lezioni di pittura.
Richard Rivers, detto “Gentleman” è interpretato da Rupert Evans. Il suo personaggio (più avido che diabolico, scopriremo a storia avanzata), insinua in Maud la convinzione che un matrimonio è la soluzione giusta per liberarsi di quell’orrenda schiavitù. Solo col matrimonio infatti, la ragazza può ereditare la sua fortuna e per evitare che lo zio possa cercarla dopo le nozze, Rivers suggerisce di sostituire Maud con un’altra donna e spedire quest’ultima in manicomio. Il tutto in cambio della metà della dote e con l’aiuto di un’ignara “diabolica, piccola ladra”: Susan Smith.
La frustrazione e l’odio per lo zio vincono ben presto sul rimorso: Maud suggella il patto e in breve Susan Trinder sotto mentite spoglie, prende il posto della dama di compagnia, Agnes.
Il capro espiatorio in realtà crede che dopo le nozze, sarà Maud a finire in manicomio e accetta l’incarico con la promessa di una ricompensa di tremila sterline. Sue è l’innocenza, uno spirito libero che si crede cattiva solo perché è cresciuta in mezzo alla povertà e ai malvagi. E’ un personaggio moderno e libero da stereotipi che comunque non manca di romanticismo.
Due prede che si credono cacciatore: è in questo scenario tra mistero, rimorso e attrazione che si sviluppa la prima parte della storia. Sue apprezza la gentilezza e la semplicità di Maud, così piena di paure e stranezze. Quei guanti che non toglie mai dalle mani e il commento su quanto sia fortunata a non saper leggere la lasciano sconcertata. Ben presto, tutte le stranezze di Maud trovano spiegazione, quando Sue conosce lo scorbutico Mr. Lilly e la sacralità dei suoi libri segreti. La segretaria si scusa per l’arroganza dello zio e la ladra inizia a comprendere il suo dramma. Tutte le paure e le oppressioni del giorno si riversano sui sogni della ragazza. Maud puntualmente si sveglia ogni notte in preda agli incubi e prende dei sonniferi sin da quando è arrivata a Briar. Tocca a Sue servirle le gocce nel cuore della notte e cercare di rassicurarla. Per farlo, accetta di dormire nel suo letto tutte le notti, contravvenendo alle regole.
Calarsi nella parte di cameriera è più facile del previsto e Sue inizia a credere nel piano di Gentleman. Maud le appare così ingenua e indifesa da suscitarle un sincero affetto. La loro amicizia cresce con i giorni: balli, giochi, tante risa, Sue che indossa gli abiti della padrona, le carte del destino e l’attrazione che nasce incontrollata. Sono i primi sorrisi di Maud in quella casa, le prime emozioni positive dopo tanto disprezzo per la vita che è le è stata imposta. Ma è la ragazza fredda, bella e intelligente che cova una macchinazione in perfetto segreto. E i pochi segnali che i suoi nervi tesi lasciano trasparire, vengono male interpretati da Sue.
Forse l’unica pecca di questa pellicola è il non riuscire a spiegare appieno come le due donne si avvicinino l’una all’altra gradualmente e i veri significati nascosti dietro dettagli e piccoli gesti che passano sullo schermo. Ovviamente a queste mancanze, vi consiglio di sopperire con la lettura del libro omonimo.
Inoltre, se in un film cercate il vero sentimento ma anche la passione, non cadete nell’errore di pensare che l’epoca vittoriana in cui è ambientato il film vi privi a priori di questi contenuti. Niente di più sbagliato con Fingersmith.
Da ricordare la scena in cui Sue lenisce il dolore a un dente di Maud con un ditale e finiscono con il guardarsi negli occhi, ormai cotte l’una dell’altra.
E ancora, Maud distratta dal suo lavoro alla tela di pittura, quasi ipnotizzata davanti al corpo di Sue addormentata, che rivela a Mr. Rivers il desiderio inconfessabile dell’ereditiera per la ladra. Gentleman sente crollare il castello di menzogne di fronte alla possibile rivelazione di quel sentimento e corre ai ripari assicurandosi che Maud se ne vergogni e non ne parli mai alla ragazza.
Ma come ogni amore, anche questo non ha bisogno di essere dichiarato. La notte prima delle nozze, probabilmente spinte dall’ombra della separazione, Maud e Sue trascorrono una notte di passione fortemente voluta e carica di romanticismo senza mai rivelare i propri sentimenti. Originali i dialoghi da cui prende il via la scena: la sottile malizia di un’esperta “teorica” qual è Maud, passa per pura innocenza agli occhi di Sue. Una scena molto diversa si ripete la sera successiva, quella che dovrebbe essere la prima notte di nozze di Maud e Mr. Rivers. Sue, quasi in lacrime, prepara la sua padrona per la notte ma prima di lasciare il talamo nuziale, si abbandona alla passione, vinta dall’insistenza di Maud.
Anche in queste scene, che definirei difficili, le due attrici sono rimaste credibili e naturali nei loro ruoli. In particolare Sally Hawkins, al suo primo incarico televisivo importate, riesce a sprigionare una sorprendente forza interpretativa. L’irlandese Elaine Cassidy, bella e affascinante, è capace di “entrare” alla perfezione nella freddezza di Maud. Non la vediamo mai sorridere, sempre persa nei suoi pensieri, nella sua noia. Un particolare da non dimenticare perché mentre Sue la crede triste, timida, quasi instabile mentalmente, in realtà Maud riflette continuamente sul piano di fuga da Briar. Ha paura e teme di non riuscire nell’impresa col trascorrere dei giorni. L’amore per Sue è l’unica cosa capace di distoglierla per un attimo dall’obiettivo prima che il piano si compia. Ma non crede di essere veramente ricambiata. Continua a ripetersi che Susan è lì per tradirla, ingannarla ed anche le sue attenzioni e la passione che le ha dimostrato sono false. Nulla quindi è più importante della sua libertà.
Per Sue la faccenda si complica ugualmente quando si accorge di amarla, ma in modo diverso. La sera della fuga penserà: “Se le avessi detto “ti amo” lei avrebbe dovuto dirmi lo stesso. Tutto sarebbe stato diverso. Avrei potuto salvarla. Avrei potuto trovare un modo per allontanarla dal suo destino. Più passava il tempo, più ero vicina a dirle che era un farabutto. Suo zio avrebbe dovuto farmi rinchiudere. Sentivo le risa di Lant Street: io innamorata di una ragazza!”
Sue non crede veramente che la storia con Maud possa funzionare. Teme il ritorno a casa con lei e soprattutto la reazione di Maud alla verità. Anche la ragazza quindi rinuncia al sentimento che prova e lascia che la fuga abbia luogo come concordato. Quella stessa notte vengono celebrate le nozze in una chiesetta di campagna e subito dopo i tre si nascondono in un cottage per una settimana circa, prima dell’arrivo degli psichiatri chiamati da Gentleman.
Toccante la supplica di Sue ai medici quando durante l’interrogatorio, chiede in lacrime che la sua padrona venga trattata bene perché è una persona buona e gentile.
E alzi la mano chi avrebbe voluto schiaffeggiare Gentleman quando durante l’interrogatorio di Maud (che finge di essere Sue), insinua sempre davanti agli stessi medici che Miss Lilly è una deviata per colpa degli studi letterali a cui si è accostata sin da bambina e che questo l’ha portata a sedurre la sua cameriera costringendola a cedere ad ambigue attenzioni. Maud piena di rimorso e vergogna ascolta tutto in silenzio e scoppia in lacrime.
Entrambe pentite, si avviano verso il manicomio dove Sue tradita, apprenderà la terribile verità: sarà lei a prendere il posto di Maud Lilly e verrà reclusa e dimenticata al suo posto. Ciò che più la sconvolge è il tradimento di quella che credeva essere l’ingenua e debole ereditiera. Con questo epilogo si chiude la prima puntata ma i colpi di scena sono solo all’inizio e non è giusto rivelarli tutti. ;)
La seconda parte della storia è il punto di vista di Maud della storia. Dovete dimenticare buona parte di ciò che avete appreso nella prima puntata e ricominciare daccapo. Scoprirete una nuova Maud, quella che Sue non ha mai conosciuto. Non innocente e pudica ma una donna fredda e determinata, plasmata dall’odio per lo zio sin da bambina. E’ il rancore che la porta a compiere azione terribili nel tentativo di fuggire per sempre lontano da Briar. La complicazione nasce quando inizia a provare una forte attrazione per Sue che con i giorni diventa incontrollabile. Ma il piano va rispettato e dopo aver lasciato Sue in manicomio, anche Maud si accorgerà di essere stata usata. Rimasta completamente sola, riscoprirà i buoni sentimenti e soprattutto il rimorso per la sorte della ladra e l’amore che prova per lei.
La storia di Maud, si ricongiunge alla terza e ultima parte. L’episodio è più incalzante e tiene letteralmente incollati allo schermo con le sue rivelazioni e l’evolversi della storia dove non manca un omicidio, il pentimento, la giustizia (non necessariamente quella degli uomini) e infine, l’amore. Il lieto fine c’è, ed è una conquista che lascia completamente soddisfatti. Un finale risolutivo dove le due protagoniste avranno la possibilità di pentirsi dei propri errori e rimediare agli sbagli commessi, plasmate dalla complessa vicenda. Allo spettatore non resta che fantasticare su un futuro felice per le due donne. |