LADY OSCAR
La rosa di Versailles
A cura di Cetty (www.palazzodellarosa.it)
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1755. Il generale Jarjayes, stanco di non avere ancora un erede maschio, decide di chiamare Oscar la sua ultimogenita e di farla crescere come un uomo affinché possa prendere un giorno il suo posto. Al suo fianco André, nipote della governante e attendente personale di Oscar, compagno di giochi sin dall’infanzia e suo migliore amico. A quattordici anni Oscar assume l’incarico di guardia personale della principessa Maria Antonietta, futura regina di Francia. Durante lo svolgersi del suo incarico, conoscerà il conte svedese Hans Axel von Fersen, verso il quale prova quello che può definirsi come “primo sentimento di amore” e scoprirà per la prima volta il suo cuore di donna, impossibile da nascondere dentro un’uniforme da soldato, e soffrirà per l’impossibilità di essere a sua volta riamata, fino a quando un giorno scoprirà che André l’ama da sempre e, seppur lei all’inizio rifiuti questo amore, riuscirà infine a corrisponderlo, grazie anche ad una maturazione sociale, oltre che di se stessa, verso i cambiamenti politici e sociali che la Francia attraversa in quegli anni, fino alla sua completa adesione agli ideali rivoluzionari che la vedranno lottare per espugnare la Bastiglia, simbolo dell’oppressione monarchica.
Questa è la storia che la maggior parte conosce, ma non tutti sanno che Versailles no Bara (Le rose di Versailles), conosciuto in Italia come Lady Oscar, è tratto dal manga di Riyoko Ikeda, scritto tra il 1972 e il 1973. Il manga è composto dalla storia principale più i cosiddetti gaiden, piccoli racconti autoconclusivi, estranei alla storia principale e realizzati in anni postumi all’uscita del manga (ad eccezione di “La contessa vestita di nero” che racconta della pseudo vampira Elizabet Bathory, che fa parte dell’edizione vera e propria). Nel 2001 la Planet Manga ha realizzato la pubblicazione di un’altra edizione, con una traduzione migliore rispetto a quella precedentemente vista (edizione Granata Press del 1990). La più recente è del 2008, dalla casa editrice D-Visual, che ha pubblicato una versione deluxe con una traduzione a dir poco superba che fa di quest’ultima l’edizione migliore pubblicata sin’ora. |
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Il grande successo del manga portò la compagnia femminile del takarazuka ad allestire, nel 1974, la prima rappresentazione di “Versailles no Bara”, che da quella data continua ad essere riproposto ottenendo un grande successo di pubblico. Il personaggio di Oscar, una donna che si veste da uomo, richiama molto chiaramente quello che è il cuore dello stesso takarazuka, il cui motto è “Sii pura, onesta e bella”, e in cui donne recitano la parte di uomini ricordando Oscar sia nell’aspetto androgino e anche nel suo “recitare la parte da uomo”.
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Il “Berubara Boom” del takarazuka convinse Riyoko Ikeda a concedere i diritti per la realizzazione, nel 1978, del film Lady Oscar, del registra francese Jacques Demy, e nel 1979 la Tokyo Movie Shinsha realizza la serie animata che tutti conosciamo. Sembra che inizialmente in patria non abbia avuto molto successo, perché l’anime non ricalca in maniera precisa il manga. Nel nostro paese il cartone animato appare su Italia1 nel lontano 1982, con l’ormai famosissima sigla dei Cavalieri del Re, sulle immagini video della sigla originale giapponese “Bara wa utsukushiuku chiru” (Le rose appassiscono in bellezza). In seguito viene realizzata la nuova sigla cantata da Cristina D’Avena: “Una Spada per Lady Oscar”, montata sugli spezzoni video della stessa serie. Anni fa la Toei Animation, nota casa di produzione animata giapponese, aveva annunciato l’uscita nel 2009 di un lungometraggio remake della serie intitolato “Le Rose di Versailles”, realizzato con la collaborazione della stessa Riyoko Ikeda, in cui la storia e lo stesso character design ricordano molto il manga, di cui non si hanno però ancora notizie se non qualche video amatoriale direttamente dalle macchinette del pachinko, con la cui la Toei Animation diffonde piccoli trailer del progetto animato. |
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Il fascino di quest’opera è senza dubbio determinata dal fondamento storico su cui l’intera vicenda è basata e su come questa interagisca con le situazioni e i personaggi inventati, avvicinando questo manga al romanzo storico o al film in costume. Difatti, il fumetto nasce come biografia di Maria Antonietta e soltanto dopo i primi numeri, grazie al crescente interesse delle fans verso il personaggio di Oscar, Riyoko Ikeda decide di approfondire questo personaggio, rendendolo in un certo senso il vero protagonista della storia nonché il personaggio dal cui punto di vista vengono raccontati gli eventi che hanno portato alla Rivoluzione Francese.
Oscar è uno dei personaggi maggiormente discussi nel panorama dei manga – soprattutto da chi conosce poco o nulla la storia – per la sua apparente ambivalenza sessuale ed è importante sottolineare che solo di apparenza si tratta perché Oscar è una donna a tutti gli effetti: di lei si innamorano infatti tre uomini e lei, a sua volta, prima si innamorerà del conte di Fersen, che la vede – ahimè – solo come amico (ed è comunque sentimentalmente impegnato con la regina Maria Antonietta) e, infine, di André, segretamente innamorato di lei praticamente da sempre. Nel manga, invece, la femminilità di Oscar viene accentuata in misura maggiore, nonostante venga chiamata con l’appellativo “Signor Oscar”, soprattutto nella sensibilità che è mostrata in maniera più chiara e nella sua necessità di “appoggiarsi” a qualcuno, come lei stessa confesserà ad André. |
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Oscar è una donna con un nome da uomo e con un compito da uomo: comandare dei soldati ed è un chiaro riferimento ad altre figure, come il Cavaliere d’Eon, donna che veste i panni di un uomo, spia di Luigi XV e, con uno sguardo alla letteratura, Mademoiselle de Maupin, protagonista dell’omonimo romanzo di T. Gautier, che decide di vestire i panni maschili perché, stanca delle continue avances degli uomini, vuole conoscerne i segreti del loro mondo.
L’amaro finale e, non ultimo, l’approfondimento psicologico dei personaggi, il loro percorso di maturazione psicologica e sentimentale legata anche al manifestarsi degli eventi – che incidono profondamente e non sono da mero sfondo alle vicende – sono l’altro aspetto importante dell’opera, rendendo personaggi e situazioni molto realistiche.
Non è facile riassumere in poche righe tutto il mondo rappresentato da Lady Oscar. Sicuramente, non si tratta di un manga/anime qualsiasi e ciò è dimostrato dal fatto che, a distanza di quasi quarant’anni dalla sua uscita in Giappone, continua a coinvolgere schiere di fans di tutte le età e in tutto il mondo. |
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