Lei così amata, come recita il verso di Rilke, ritrae una donna per cui l'amore è ogni cosa, così come lo è il soffrire. E' la storia (vera) della scrittrice, archeologa, fotografa, giornalista e viaggiatrice Annemarie Schwarzenbach dalla vita intensa e brevissima (1908-1942). La storia di una donna affascinante, misteriosa come un angelo senza sesso e dall'esistenza irregolare.
Narrato con rigore e la passionalità di un romanzo, da una delle più grandi "fan" della Schwarzenbach (la Mazzucco ha infatti tradotto il volume di racconti orientali "La gabbia dei falconi" nel 2007, scrivendo un nuovo capitolo della biografia di Annemarie), il testo ha inizio proprio con la morte prematura e fatale della protagonista, mentre fa ritorno a casa in bicicletta.
La realtà storica vuole che la madre di Annemarie, preoccupata che i segreti della vita della figlia potessero venire a galla, distrugge diari, lettere, carte e manoscritti. In questo modo avvolge nell'oblio per molti anni, gli amori particolari (come quello per la cantante Emy Krueger), le passioni e i vizi, ma anche il talento e la produzione letteraria.
A Berlino negli anni trenta, Annemarie frequenta locali particolari dove abborda donne in calzoni, disponibili e disinibite. Lei è androgina, eterea, fragile. Vestita da marinaio, con l'immancabile sigaretta fra le labbra, le abborda senza pudore. Dalla Russia alla Persia, dagli Stati Uniti al Congo, la sua esistenza è segnata dalla morfina, da diversi internamenti, ma soprattutto da una lotta accanita contro il nazismo e ogni ingiustizia sociale, e da un'amicizia tumultuosa con Klaus ed Erika Mann, gli enfants terribles del maestro Thomas. In America vive tempestosi amori con la scrittrice Carson McCullers e con la baronessa Margot von Opel. Quel che più sorprende di questo personaggio è la grandissima capacità di tormento e ripresa, di cambiamenti improvvisi, di amori e abbandoni e ricongiungimenti inaspettati.