VENICE
THE SERIES
a
cura di Saiph
Ep. 3
I problemi con il/i server non sono diminuiti col passar del tempo, anzi: chi ha potuto seguire "in diretta" le peripezie delle varie puntate, sa bene quanta ansia si sia scatenata sui social forum (da Facebook a Twitter) ogni volta che CC e compagnia annunciavano un posticipo per ragioni tecniche. Al server incapace di sostenere la quantità indecente di accessi, s'è aggiunto anche un fantomatico "attacco di pirati informatici" che ha mandato in tilt tutto il meccanismo delle sottoscrizioni. Morale della favola: la puntata numero 3 ha subìto notevoli ritardi nella messa in onda e qualcuno ha anche passato un brutto quarto d'ora nel tentativo di vedersi riconosciuto lo status di "subscriber", temporaneamente annullato dalla vigliaccheria piratesca.
Alcune hanno gettato la spugna, lasciandosi andare ad affermazioni non proprio da vera signora (stendiamo un velo pietoso, è meglio: certa gente dovrebbe imparare a dare il reale peso alle cose, nella vita. Non c'è nulla che non si possa sistemare, con pazienza e perseveranza, e Venice – per quanto bella ed innovativa, per carità! – non è un farmaco salva vita: ci si può rinunciare per qualche tempo... Come è toccato alla sottoscritta che, trasferita per motivi di lavoro, è riuscita a vedere tutte le puntate in un solo blocco. Per questo il mio silenzio prolungato, di cui chiedo venia... Ma questa è un'altra storia, che non ha a che vedere con ciò che sto per raccontare.), altri hanno atteso più o meno pazientemente che le acque si calmassero e, alla fine, sono stati premiati.
La puntata, della durata di 8'34" (titoli di testa e di coda compresi, as usual), finalmente introduce uno dei personaggi di cui più s'è parlato e sul quale s'è speculato con piacere, per il ruolo intrigante che dovrebbe avere nella vita della protagonista: Tracy.
Gina è in riunione di lavoro, sotto l'attento e complice sguardo di Michelle. Sta abilmente contrattando l'accordo per la creazione dell'arredamento della catena europea di alberghi di proprietà di Alan Anders.
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La posta in gioco è molto alta: si tratta di riarredare l'albergo di Parigi e, da lì, potrebbe seguire l'incarico per tutte le altre strutture di proprietà dell'uomo. Logico che l'albergatore tiri sul prezzo, rispolverando vecchie tiritere tipo: "Conosco un tizio che potrebbe arredare chiedendo molto meno...", ma Gina sa il fatto suo e non molla la presa finché non ottiene l'accordo.
Presente alla trattativa è l'avvocato dell'uomo, Tracy Lansing, appunto.
Le due si scambiano un'eloquente occhiata d'intesa
oltre ai personali biglietti da visita.
Terminato l'incontro, ritroviamo Gina in compagnia del fratello.
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Owen le annuncia che ha sostenuto un provino per una pubblicità e che attende una chiamata di conferma: se il ruolo sarà suo, volerà a New York per girare.
La sorella si mostra entusiasta. Poi l'argomento si sposta sulla propria vita sentimentale. Come la sorella, anche quella di Owen sembra essere un vero disastro: la ragazza con cui stava gli ha fatto trovare senza tanti complimenti la sua roba fuori casa.
Gina gli ricorda che quella donna è sempre stata una con le idee molto chiare: cercava una relazione stabile, non un'avventura e, se si è disposti a questo, si deve tenere "la lampo ben chiusa", chiosa ridendo.
Il fratello non si lascia scappare l'occasione di controbattere con un pungente: "Senti chi parla". Logico che il discorso cada su Ani: Gina spiega ad Owen che la donna vorrebbe da lei ciò che lei non può darle. Il fratello, che la conosce bene, chiude il discorso con un laconico: "Che non vuoi darle..." Questo, cari miei, la dice davvero lunga sul modus operandi della nostra cara arredatrice.
Le ultime due scene si spostano al High Bar.
Gina arriva, portando un'enorme scatola.
"E' arrivata per te.", dice, consegnando il pacco ad Alan. L'uomo esulta e lo apre con la stessa eccitazione di un bambino davanti ai regali la mattina di Natale. Cosa ne toglie? Un orripilante paio di stivali che, alla sottoscritta, ha subito fatto venire in mente i Cugini di campagna, con conseguente risata ebete e allucinazione uditiva a rimorchio... Anima miaaaaa, torna a casa tuaaaaa!!!
Se non mi credete, giudicate un po' voi:
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Che volete: de gustibus non disputandum est!!!
(Certo, certo, molti di voi, più fini conoscitori del mondo musicale, mi diranno che il rimando era ai Kiss.
Allora vi controbatterò dicendo che, a mio avviso, era ancora più pertinente al confronto uno qualsiasi dei divertentissimi travestiti del film "Priscilla – La regina del deserto" che, peraltro, vi invito a vedere).
Consegnato il pacco, Gina si unsice al fratello e inizia una breve conversazione con lui e Jamie, il oh-so-gay proprietario del locale, quando arriva Tracy. Le due si abbracciano
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e Gina presenta ai due uomini il suo "cliente" che incontra solo per motivi di "lavoro".
A chi vuole darla a bere?? ;)
Dunque. Due righe di critica leggera leggera.
In primis, nessuno me ne voglia, ma Michael Sabatino a me proprio non va giù. Per carità, lui ce la mette tutta, ma non l'ho mai reputato un bravo attore (fin dai tempi in cui, in Guiding Light, impersonava il viscido Vince Russo) e la sua parte in Venice non mi ha fatto cambiare idea. Non mi piace come recita, il tono, la postura. Sembra che stia recitando e, per un attore televisivo (o cinematografico), questa è – ahilui – la pecca più grande che si possa rimarcare. L'unico momento in cui pare davvero a suo agio nei suoi panni è quando, stivale alla mano, grida con gioia fanciullesca: "My boooots!!!" ("I miei stivali!!!"), ma quei tre secondi scarsi d'interpretazione non gli salvano il resto della comparsata.
Niente da dire su CC e Lesli Kay, perfette nel loro gioco di sguardi ed intenzioni.
I dialoghi si sono fatti un poco meno pregnanti, forse non tutti sono all'altezza delle aspettative ma, ancora, niente è lasciato al caso e da una frase qui ed un accenno là si può iniziare a costruire la storia personale di Gina e del suo entourage. In fin dei conti, Kim Turrisi ha più volte sottolineato d'aver ideato Venice come un film, non come una mini serie, per cui è meglio darle il beneficio del dubbio e starsene buoni buoni a vedere come andrà a finire... Credo fermamente che ne valga la pena!
Ultimo appunto: il Dietro le quinte. Interessante quando mostra da un'altra angolatura tutta la scena della contrattazione tra Gina ed Alan.
Lo dico perché ci permette di vedere ciò che nella puntata ci è dato solo d'intuire da uno sguardo malizioso di Michelle. Noi non lo sappiamo, ma nel momento in cui Gina e Tracy si scambiano i biglietti da visita, succede qualcosa che va ben oltre l'intento professionale.
Eccolo, nel tondo rosso, questo "qualcosa":
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Ancora dubbi sulle intenzioni di entrambe? ;)
Alla prossima!
Saiph
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