CAST
Ginevra Claudia Gerini
Renato Pere Ponce
Nicola Luigi Petrucci
Mamma Di Nicola Silvana De Santis
Nonna Assunta Pia Velsi
Zio Antonio Cosimo Cinieri
Osvaldo Pistoni Armando De Razza
Anna Anna Cianca
Lara Dodi Conti
Rosetta Rosa Masciopinto
Rachele Evelina Meghangi
La "Bestia" Carlo Mucari
Elisa Ana Risueno
Francesco Paolo Sassanelli
CREDITS Regia Antonello De Leo Sceneggiatura Franca De Angelis, Francesca Panzarella Fotografia Marco Onorato Montaggio Maurizio baglivo Dreville Musiche Paolo Buonvino, Marco schiavoni Shore Scenografia Paola soldini Shore
Opera prima del regista Antonello De Leo. La Vespa e la Regina, film
del 1999, si presenta come commedia opera semi originale in Italia
dato il tema trattato e il modo di trattarla ma che in realtà
viaggia un po’ sulla scia americana nel modo di raccontare l’omosessualità,ciò
nonostante il film è talvolta toccante. Il protagonista Renato(Pere
Ponce),ovviamente la regina è il direttore della rivista gay
“The gay after” a far parte della redazione i suoi amici
più o meno fidati. La comicità del film è incentrata
sull’equivoco e sul pregiudizio dell’omosessualità
prendendo in esempio soprattutto luoghi comuni che ne derivano da
un sud Italia a mio parere quasi inesistente, la famiglia di Renato
per l’appunto è di origine pugliese. Nel corso del film
nonna Assunta, adorata da Renato ed ormai in punto di morte, fa promettere
al nipote di provare almeno una volta nella vita a far l’amore
con una donna o per lo meno è ciò che capisce Renato.
A questo punto la nostra Regina pur di mantener fede alla promessa
cerca di di donne ed è così che si ritrova ad un appuntamento
con Ginevra(Claudia Gerini), bionda e appariscente. In realtà
Ginevra al naturale è bruna e, soprattutto, lesbica irriducibile
e leader del gruppo rock 'Le fucking sisters'. Anche Ginevra, per
motivi di gelosia,dovuti alla relazione con la sua compagna sposata,
vuole provare il frutto proibito, ed così i due cominciano
a frequentarsi. Di appuntamento in appuntamento si riscoprono innamorati,
la loro vita di omosessuali viene sconvolta, e ciascuno ha paura di
perdere sia gli amici sia il nuovo partner. Travolti in un vortice
di sensazioni si ritrovano a vivere una nuova “diversità”:
prima come omosessuali in un mondo etero ed ora come etero in un mondo
omosessuale. Entrambi tacciono, e gli equivoci si moltiplicano in
un intreccio aggrovigliatissimo tra famiglia e lavoro. Finché,accettando
la nuova diversità prendono coraggio,si dichiarano e si sposano.
Nota favorevole della commedia è il cast, volti noti del piccolo
schermo ma soprattutto la partecipazione di Vladimir Luxuria alle
prese con la presentazione della rivista di Renato. Concludo ricordando
che questo film è molto apprezzato dalla comunità cristiana
cattolica poiché, e cito testualmente: Di Leo fa proprio centro.
Finalmente viene sfatato il mito che "gay è bello"
e la natura ritrova il suo posto. Aiutata in questo difficile percorso
anche dalla Madre Celeste. Tutto ciò dissacrando anche la chiusura
culturale di certo "sud". Permangono ancora dei fraintendimenti
sulla cultura omosessuale, ma non si può chiedere troppo in
una società semidistrutta come la nostra. Bravo Di Leo!
Per porre un contrappeso a questa recensione cattolica cito testualmente
la recensione di Mario Giori: Commediola che vorrebbe volare alto,
dietro simili film americani che hanno abituato a trattare di omosessualità
in maniera brillante, secondo i dettami di un’imperitura estetica.
Ma qui tutto si ferma allo stadio di abbozzo, per colpa soprattutto
di una sceneggiatura dilettantesca e artificiosa, che raramente riesce
a superare l’umorismo da barzelletta e non è capace di
oltrepassare i più beceri luoghi comuni. Il tutto condito con
le solite, manierate interpretazioni seccanti. Finale insopportabile
con virata eterosessuale inclusa nel prezzo. Ed è bello sapere
che la comunità gay non considera questo come film cult.
Le citazione contengono un po’ una sintesi della polemica nata
in seguito all’uscita del film.