Se, come il
viso, si mostrasse il cuore. (Ariosto)
Nel 1916, vennero pubblicate in Russia le prime poesie dichiaratamente lesbiche. Si trattava della raccolta "Poesie", un'antologia di poesie d'amore di Sophia Parnok, dedicata alla sua amante, la poetessa Marina Tsvetae.
Goblin Market di Christina Georgina Rossetti (1830-1894)
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- Sfida -
di Milena F.
Con
grinta
indossiamo
camicia
giacca
cravatta
pantaloni
a quadri
bianchi
e neri.
Per dare
scacco matto
all'uomo.
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C'è un amore
di Michael Field (pseudonimo di Katharine Bradley e Edith Cooper)
Da donna a donna, la cui fibra E' più forte di quel che unisce madre e figlio. Non conosce mancanza, nè difetto. Non guarda dall'alto nè al basso. Ma ama da pienezza a pienezza.
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Versi di Sarah Orne Jewett (1849-1909)
Ricordi, mia cara Un anno fa a oggi Quando una all'altra ci siamo date Prima che tu partissi...? Non sapevamo, mia cara Cosa ci avrebbe portato quest'anno! Non pensavo certo alle tristi mattine In cui l'anello avrei baciato Desiderando con tutto il cuore di vedere La ragazza che me l'ha dato!
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Love bade me welcome
di George Herbert
(citata nel film
" The world unseen")
trascrizione e traduzione
di Saiph
Love bade me welcome, yet
my soul drew back,
Guilty of dust and sin.
But quick-ey'd Love, observing me grow slack
From my first entrance in,
Drew nearer to me, sweetly questioning
If I lack'd anything.
"A guest," I answer'd,
"worthy to be here";
Love said, "You shall be he."
"I, the unkind, the ungrateful? ah my dear,
I cannot look on thee."
Love took my hand and smiling did reply,
"Who made the eyes but I?"
"Truth, Lord, but I
have marr'd them; let my shame
Go where it doth deserve."
"And know you not," says Love, "who bore the blame?"
"My dear, then I will serve."
"You must sit down," says Love, "and taste my meat."
So I did sit and eat.
Amore mi diede il
benvenuto
Amore mi diede il benvenuto,
eppure la mia anima si ritrasse,
colpevole di polvere e peccato.
Ma Amore, dagli occhi veloci,
vedendomi piegare
dal mio primo entrare,
mi si fece più vicino,
chiedendomi dolcemente
se mi mancasse qualcosa.
"Un ospite", dissi, "degno d'esser qui."
Amore disse: "Tu lo
sei."
"Io, lo sconoscente,
l'ingrato? Oh caro,
io non oso guardarti."
Amore mi prese la mano e,
sorridendo, rispose:
"Ma gli occhi li ho
fatti io."
"Vero, Signore, io però li traviai: fa' che la mia vergogna
vada dove merita."
"E non sai tu",
dice Amore, "chi il biasimo si assunse?"
"Allora, caro, mi offro
io."
"Siediti", disse
Amore, "e gusta il mio cibo."
Così mi sedetti e
mangiai.
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Tratto dal Corriere della Sera, Luglio 2012.
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